Per chi nasce in città è difficile immaginare la propria vita lontana dal caos cittadino, pieno di macchine e ingorghi, ma anche ricco di comodità. Ogni scelta abitativa ha i suoi pro e i suoi contro, è difficile ponderare, in più le esigenze cambiano nel corso della vita, ma cambiar vita radicalmente purtroppo facile non è.
Eppure un giorno scegli di vivere in città. La città ha i suoi difetti, traffico, aria inquinata, folla ovunque. Però valuti anche che in generale ha tanto da offrire: a parte le ovvie comodità di poter fare la spesa e gli acquisti vicino casa, anche senza dover prendere la macchina, ci sono i servizi, le scuole, gli ospedali senza bisogno di dover percorrere chilometri se capita un'urgenza. E quando si sceglie come organizzarsi si tiene conto di tutti questi fattori.
Ma le cose cambiano, come ho detto prima, e ti trovi a rivalutare le scelte fatte e le decisioni prese, e ti chiedi se in fondo hai scelto bene. Soprattutto quando ti ritrovi a vivere a Palermo, dove tutto quello che una città ha di buono da offrirti viene rovesciato sotto sopra e serve solo a procurarti una gran gastrite ogni volta che metti il naso fuori di casa.
Sì, perché qui il traffico non è solo l'accumularsi di tante automobili che percorrono tragitti similari, ma è la radicale essenza del tessuto urbano cittadino, percorso da automobilisti che il codice della strada nemmeno sanno cosa sia. E nemmeno se cammini a piedi sei salvo, anzi, peggio di peggio, perché prima devi trovare dove poter camminare a piedi. E i servizi? Vogliamo parlare dei servizi che rendono una città degna di tale denominazione? Qui siamo pieni di servizi efficientissimi: il servizio di accumulo della nettezza urbana per le strade; il servizio di non trasporto pubblico, per cui paghi il biglietto per andare a piedi; il servizio sanitario locale che prevede la cura delle malattie in tempi decennali.
Ogni giorno mi domando se la decisione di rimanere qui sia stata saggia o se è stato l'errore più grande fatto fin'ora. Soprattutto, inutile dirlo, da quando è nata Aurora. E non nascondo di avere già un certo senso di colpa per aver scelto di farla nascere qui, confinandola in questa realtà che ogni giorno personalmente vedo decadere sempre più.
Tutto ciò nasce da sentimenti quotidiani che mi pervadono veramente ogni volta che metto il naso fuori di casa, e non fuori dal portone, ma proprio fuori la porta d'ingresso, perché il non rispetto del palermitano per ciò che è di tutti si vede già oltre la soglia di casa sua.
Stamattina per entrare in un negozio con Aurora nel passeggino sono dovuta andare 100 metri più avanti dell'ingresso, camminando in mezzo alla strada, oltre le macchine in doppia fila, scansando quelle che arrivavano a tutta velocità nella carreggiata, senza nemmeno trovare un varco per risalire sul marciapiede. E vi assicuro che tutte le volte che esco con il passeggino è così. A volte mi arrabbio tanto che quasi mi viene da piangere e me ne torno a casa.
Tutti ci invidiano perché abbiamo il mare, il sole, il bel tempo e il buon cibo. Ma se sapessero che per andare al mare devi attraversare dune di immondizia e bottiglie rotte; per vedere il sole devi riuscire a trovare uno spiazzo in mezzo ai palazzacci che si ammassano irregolari, sperando che nessuna automobile ti travolga; il bel tempo non hai dove godertelo perché non esiste un bel parco pulito fruibile per tutti, e il buon cibo ti provoca solo un gran bruciore allo stomaco perché ti ritrovi immerso nell'inciviltà più atavica, forse non ci invidierebbero più.
Non volevo essere così negativa, ma mi è venuto scritto così il post...
Buona notte!