mercoledì 30 ottobre 2013

Benvenuta Leopolda!

Come promesso, vi presento Leopolda, la mia pasta madre.
Me l'hanno donata lo scorso lunedì e ha già fatto per bene il suo dovere facendo lievitare un pane soffice e profumato. Gnam gnam.
















Non sono una cuoca provetta e non amo particolarmente cucinare; lavorare gli impasti lievitati però, sia dolci sia salati, mi ha sempre affascinato. E' un procedimento che richiede cura e attenzione, ma oggi la maggior parte delle ricette prevede l'utilizzo del lievito di birra o di lieviti istantanei, che rendono la lavorazione più veloce. Un tempo invece il pane si preparava con il lievito naturale, la pasta madre, che gli conferisce tutta una serie di qualità e caratteristiche speciali. Ma la lievitazione naturale richiede tempo, tanto tempo, perché bisogna aspettare che l'impasto cresca, si gonfi, prenda la sua forma. E in una società in cui il tempo è diventato solo denaro, fare il pane con la pasta madre non va più bene, perché è uno spreco di ore preziose. E così questa pratica antica nel tempo è stata via via messa da parte, a discapito del buon pane però. Fin quando non si scopre che tante persone hanno la loro preziosa pasta madre in casa e panificano per le loro famiglie con essa. E così ti appassioni, studi e ti cimenti anche tu. Più o meno quello che è capitato a me: leggendo qua e là tra blog e siti vari mi sono appassionata e ho scoperto un mondo. Che non è poi nemmeno tanto difficile da gestire, ci vuole solo un po' di tempo.
E così, grazie a preziose collaborazioni, sono riuscita a procurarmi un pezzetto di pasta madre vecchia di 10 anni che in famiglia abbiamo ribattezzato "Leopolda". Perché la pasta madre è una cosa viva, cresce, respira e quindi bisogna darle un nome. E siccome è arrivata a casa la settimana scorsa, quando non si sentiva che parlare di Leopolda (la stazione) a desta e a manca, ci è piaciuto chiamarla così. E un giorno ricorderemo questi tempi travagliati che hanno dato il nome alla nostra pasta madre. 

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