sabato 28 dicembre 2013

Sciarpe in pile

Vi mostro un metodo facile e veloce per realizzare delle sciarpette ad effetto in pile. Io ne ho regalete alcune per Natale, un pensiero last minute della vigilia. L'idea non è mia, ma l'ho trovata in un blog molto carino di una signora americana Just Another Hang Up e il suo tutorial lo trovate qui.
Per prima cosa ho tagliato il mio pile in una striscia di circa 12 cm di larghezza. Non  bisogna esagerare nella larghezza altrimenti la sciarpa finita perde il suo effetto.
Ho tagliato la striscia per tutta la lunghezza della stoffa, nel mio caso 150 cm. Per ottenere una sciarpa di una lunghezza adeguata ho tagliato una seconda striscia delle stesse dimensioni della precedente.


































A questo punto ho cucito insieme le due strisce 














Poi sono passata alla realizzazione della sciarpa. Ho cominciato a cucire nel centro della striscia piegando la stoffa in questo modo















Ho così ottenuto l'effetto arricciato. E la sciarpetta è finita!



































































SUGGERIMENTO: prima di cominciare a  cucire una sciarpa fate qualche prova dell'arricciatura su un pezzo di stoffa. All'inizio può sembrare complicato, ma basta prenderci la mano e il lavoro si completa facilmente.

venerdì 27 dicembre 2013

Chi ha rapito Rapunzel?

Ed è proprio il caso di chiederselo! Sì, perché la sera del 23 dicembre mi si prospettava una meravigliosa serata sul divano a guardare Rapunzel. E invece dopo tanto di pubblicità e addirittura presentazione sul tg nazionale delle 13 e 30 Rapunzel è misteriosamente sparita. E al suo posto si è presentata Lilli accompagnata dal suo amico Biagio. Non che mi sia dispiaciuto, tanto di cappello a "Lilli e il vagabondo",  ma mi hanno rubato un film. Eh sì, perché di Rapunzel non se ne è parlato proprio più.
Ma ricapitoliamo un attimo. La programmazione natalizia di Rai uno prevedeva tre grandi prime visioni della Disney: il 23 dicembre "Rapunzel", il 27 dicembre "Lilli e il vagabndo", e il primo gennaio "La carica dei 101". Come già detto il 23 c'è stato un repentino cambio di programma del quale però nessuno ha detto nulla o si è scusato e ad oggi tutto è stato cancellato, come se nulla fosse successo. E Rapunzel è sparita. E oggi, 27 dicembre, tutti i bambini (me compresa!) sono rimasti senza film di natale e si stanno chiedendo chi ha rapito Rapunzel senza nemmeno chiedere il riscatto. 
Per non parlare del fatto che in questi tre giorni nemmeno un film di Natale è stato trasmesso, a nessuna ora del giorno, nemmeno sui canali tematici dedicati ai più piccoli. Che delusione! Uno aspetta il Natale per potersi rifare gli occhi con i meravigliosi lungometraggi dell'amico Walt e si ritrova a dover spegnere la tv perché invasa da programmi dubbi trasmessi proprio nei giorni di festa. 
Ora non mi resta che sperare che Crudelia Demon non faccia sparire tutti i dalmata proprio il primo dell'anno.

giovedì 26 dicembre 2013

Il primo Natale

Ed anche il primo Natale di Aurora (primo fuori della pancia!) è trascorso. E ne siamo usciti vivi.
Ma è stata una faticaccia! Corri a destra e a sinistra, da un parente all'altro, e in ogni casa in cui si andava il sacco dei doni si appesantiva sempre più. Quindi alla fine siamo tornati noi a casa carichi come dei Babbi natale dell'ultima ora. 
Sono passati i bei tempi in cui riuscivo ad arrivare al Natale con la giusta tranquillità, in cui potevo godermi il mese di dicembre in pace, pensando a che regali fare e realizzarli a mano, preparando dolci e cioccolattini. Quando si comincia a lavorare il Natale diventa una frenesia, aspetti con ansia l'agognato riposo ma devi comprare i regali per tutti, ti ritrovi alla vigilia come un pazzo in giro per i negozi, arrivi alla cena stremato e non fai in tempo a riprenderti che il giorno della festa devi dividerti tra innumerevoli parenti. E quando finalmente riesci a sederti dieci minuti sul divano per goderti il tuo albero di natale, la festa è già passata, volata via, e dovrai aspettare un altro anno per riuscire a viverla meglio.
E adesso ci tocca il Capodanno...

giovedì 19 dicembre 2013

Ieri è finita la mia esperienza a scuola: il mio incarico di supplente temporanea è terminato e ora si aspetta un'altra convocazione. E,  a onor del vero, devo ammettere che per la prima volta ho potuto provare veramente cosa significa essere professore nella scuola italiana. Sì perché, nonostante abbia insegnato per alcuni anni, questa in realtà è stata la prima volta che sono entrata in delle classi di una scuola statale ed è stata veramente la prima volta in cui ho potuto sperimentare cosa significhi insegnare.
E devo ammettere che sono soddisfatta. Per la prima volta mi sono trovata di fronte a ragazzi normali, che vanno a scuola con zaini vissuti e non con borse griffate all'ultima moda; ragazzi che, pur avendo smartphone e auricolari quasi sempre tra le mani, hanno mostrato curiosità e interesse per quello che fanno;  ragazzi che all'uscita di scuola si incamminano vocianti a piedi verso le loro case e non si infilano in inutili "macchinette" pompate con stereo a tutto volume. Ho visto anche tanti professori entusiasti e propositivi (anche se un po' troppo "vecchi") che nonostante la burocrazia sovrastante si impegnano ogni giorno per far crescere i loro alunni e cercano, in mezzo a mille scartoffie da riempire e centomila riunioni per prendere decisioni richieste dall'alto, con costanza di portare a termine i loro progetti. Tutto questo in aule piccole e fredde, senza riscaldamento perché tanto da noi mica c'è freddo come al nord, piene zeppe di ragazzi, in una scuola il cui edificio praticamente cade a pezzi, in cui non ci sono più le aule da disegno per far posto alle numerose classi, in cui le serrande non funzionano e restano chiuse, in classi in cui trovi banchi e sedie variegati, ognuno con un'altezza e una dimensione diversa.
E' divertente però: credi di fare il professore ma in realtà fai il missionario della cultura. In una scuola che è lo specchio dell'Italia in cui viviamo. Là dove dovrebbero investire soldi e risorse per formare i giovani, ci si incontra sconsolati, professori e alunni, si prende atto dello stato di cose e si va avanti. Perché in fondo per studiare bastano carta e penna. E un buon professore con cui dialogare. E questo io ho visto. E sono soddisfatta!

venerdì 6 dicembre 2013

Il consiglio di Elrond

E magari oggi pomeriggio avessi partecipato veramente al consiglio di Elrond, anche solo di nascosto, come Merry e Pipino!
E invece no, mi sono dovuta sorbire ore di discussione ad un collegio dei docenti che non è nemmeno giunto a conclusione. Perché se c'è una cosa che proprio i professori non sanno fare, e ricordiamoci che parlo dei suddetti cinquantenni, è fare i burocrati. E purtroppo oggi la scuola è sommersa da inutile burocrazia che fa perdere di vista il vero obiettivo di questa istituzione. Sopratutto quando mancano delle guide sagge come re Elrond...