giovedì 31 ottobre 2013

Halloween

"Su, raddoppiatevi, fatica e doglia,
ardi tu, fuoco, calderon gorgoglia."
Chissà se le streghe del Macbeth questa notte saranno in giro a spaventar innocenti.
Certo è che questa festa di halloween ogni anno prende sempre più piede. Sarà, ma io proprio non son d'accordo. Abbiamo la nostra bella tradizione per festeggiare i cari defunti e la dobbiamo soppiantare con l'esotico (e non volevo dire esoterico!). Ma...
Proprio non ne vedo la necessità. E non perché io sia una anti-americana, anzi, io sono una fan degli Stati Uniti, chi mi conosce lo sa. Ma proprio per questo ritengo che una festa (meglio dire tradizione) come quella di halloween sta bene dove sta, in Gran Bretagna, dove è nata, e negli USA. 
Sì perché  proprio esula dal nostro modo di vedere i defunti, dalla nostra tradizione, dalla nostra cultura. Eppure spopola a più non posso, perfino i bambini all'asilo adesso lo festeggiano, in barba all'antiamericanismo diffuso secondo il quale gli Stati Uniti sono solo denaro e materialismo puro. Mentre noi italiani siamo i puristi della cultura e della tradizione: e ci mettiamo a festeggiare halloween?! Mi faccio una grossa risata. E non perché non mi piaccia questa loro tradizione, anzi, è una tradizione, ha delle origini antiche, c'è un significato antropologico profondo: certo oggi è diventato un bel modo per far soldi, ma direi che anche il nostro Santo Natale purtroppo lo è. Ma è stupido cercare di esportare una tradizione, solo solo per il modo di metterla in atto. Ma dico, voi ce li vedere i bambini che, da soli, girano per Palermo bussando alla porta e chiedendo "Dolcetto o scherzetto"? Ma io proprio no. Perché qui mica siamo nel New England, con le casette tutte ordinate una accanto all'altra, e i bimbi che girano per gli isolati a chiedere dolcetti.
E perché mai poi dovremmo andare in giro a chiedere dolcetti quando, aspettando nella notte, a casa, i cari defunti ci portano biscotti, frutta martorana e pupi di zucchero? Vedi un po' che spreco di fatica!
Per finire poi come il povero Linus ad aspettare il Grande Cocomero...

La gatta sul tetto che scotta

Un tempo era il dramma teatrale di Tennessee Williams, poi divenne il film con Elisabeth Taylor e il bellissimo Paul Newman. E adesso è diventato una rappresentazione contemporanea dal titolo "Il rastone sul tetto che crolla". E sì, perché nelle calde sere d'estate (che qui durano fino a novembre...), con il favore delle tenebre, il giovane rasta (amichevolmente da noi chiamato "rastone", data la mole dell'acconciatura), in compagnia dell'allegra combriccola, si abbarbica sul tetto del nostro palazzo a bere birra e proclamare discorsi di alto valore esistenziale e filosofico. Per esempio, questa sera si parla di un tema di grande attualità di cui la cronaca è piena, lo spionaggio internazionale e l'intelligence che controlla le nostre vite. Ma stai attento caro rastone, perché dal tetto la posizione è ancor più favorevole per essere spiato. Anzi, non dal tetto, ma dalla tettoia che sormonta il tetto del palazzo, che svetta ancor più in alto verso il cielo. Tettoia sulla quale tu e i tuoi fedeli compagni vi accomodate per dar vita alle vostre conversazioni, in mezzo alla guaina di bitume, completamente distrutta dal sole e dalla calura estiva, che rende l'atmosfera ancor più selvaggia e precaria, come la facciata del palazzo che rischia di crollare da un momento all'altro quasi fosse la Borsa o lo spread. Sì caro amico notturno, stai attento, perché se intercettano le vostre conversazioni e le rendono note al mondo intero, sai quante risate!

mercoledì 30 ottobre 2013

Benvenuta Leopolda!

Come promesso, vi presento Leopolda, la mia pasta madre.
Me l'hanno donata lo scorso lunedì e ha già fatto per bene il suo dovere facendo lievitare un pane soffice e profumato. Gnam gnam.
















Non sono una cuoca provetta e non amo particolarmente cucinare; lavorare gli impasti lievitati però, sia dolci sia salati, mi ha sempre affascinato. E' un procedimento che richiede cura e attenzione, ma oggi la maggior parte delle ricette prevede l'utilizzo del lievito di birra o di lieviti istantanei, che rendono la lavorazione più veloce. Un tempo invece il pane si preparava con il lievito naturale, la pasta madre, che gli conferisce tutta una serie di qualità e caratteristiche speciali. Ma la lievitazione naturale richiede tempo, tanto tempo, perché bisogna aspettare che l'impasto cresca, si gonfi, prenda la sua forma. E in una società in cui il tempo è diventato solo denaro, fare il pane con la pasta madre non va più bene, perché è uno spreco di ore preziose. E così questa pratica antica nel tempo è stata via via messa da parte, a discapito del buon pane però. Fin quando non si scopre che tante persone hanno la loro preziosa pasta madre in casa e panificano per le loro famiglie con essa. E così ti appassioni, studi e ti cimenti anche tu. Più o meno quello che è capitato a me: leggendo qua e là tra blog e siti vari mi sono appassionata e ho scoperto un mondo. Che non è poi nemmeno tanto difficile da gestire, ci vuole solo un po' di tempo.
E così, grazie a preziose collaborazioni, sono riuscita a procurarmi un pezzetto di pasta madre vecchia di 10 anni che in famiglia abbiamo ribattezzato "Leopolda". Perché la pasta madre è una cosa viva, cresce, respira e quindi bisogna darle un nome. E siccome è arrivata a casa la settimana scorsa, quando non si sentiva che parlare di Leopolda (la stazione) a desta e a manca, ci è piaciuto chiamarla così. E un giorno ricorderemo questi tempi travagliati che hanno dato il nome alla nostra pasta madre. 

lunedì 28 ottobre 2013

Tempo d'autunno, tempo di novità

Grandi novità questa settimana in casa. E' arrivato un nuovo membro in famiglia: Leopolda. Non si tratta né di un cagnolino, né di un gattino, né di altro animale domestico. Vi lascio nella suspence e domani spero di riuscire a fare qualche foto per le presentazioni ufficiali.
Buona notte.

martedì 22 ottobre 2013

Un tempo era la pulizia!

Adesso solo sporcizia. Ormai la rassegnazione è massima: la casa è sporca! Non ci posso fare niente, non ho più il tempo di starle dietro e lei, la casa, irrimediabilmente si sporca. E io rosico. Sì, perché proprio non posso vedere la casa sporca, io, che appena vedo un capello sul pavimento mi sento male. Per non parlare della cucina, dove gli esperimenti di galateo a tavola della giovane Royal A vanno a finire tutti per terra...
Ora non pensate che viva in un tugurio, ma io proprio la casa sporca non ce la faccio a sopportarla. Anche se ogni settimana viene la santa signora Anna a pulirla.
Sono fermamente convinta che l'invenzione del futuro sia la casa autopulentesi, ma non con quei piccoli robottini che fanno finta di pulire, no! Io penso proprio ad un pavimento che fagocita lo sporco, si autolava e si lucida anche, superfici antistatiche che respingono la polvere, sistemi di aereazione che la portano fuori... Questa sì che sarebbe una vera casa moderna!
Attendo speranzosa che qualche ingegnere si adoperi.

giovedì 10 ottobre 2013

In malattia

Salve a tutti! (Sempre i soliti tre fedeli lettori: tu, io e me stessa...)
Scusate l'assenza temporanea ma siamo stati indaffarati con la prima malattia esantematica che Royal A si è beccata non si sa dove e che, soprattutto, nessuno è stato ben in grado di diagnosticare. Ma l'importante è che ormai siamo quasi del tutto guariti, a parte qualche antipatica puntina sulle gambe che ancora si intravede. Però che fatica ragazzi, le notti insonni a passeggiare con la signorina in braccio, perché lei, quando è malata, solo in braccio vuole stare... Per fortuna è passata.
Come potete notare, voi che avete un occhi attento, i lavori di ristrutturazione e arricchimento del blog continuano. Ma l'ispirazione riguardo al nome ancora manca. Aspettiamo fiduciosi nell'illuminazione.