martedì 3 ottobre 2023

Il grande Nord e le cipolle


 

Da qualche tempo ho ripreso una passione letteraria che avevo da ragazza, leggere le opere teatrali.

Ancora a scuola mi ero appassionata a questo tipo di lettura, mi piaceva moltissimo, ad esempio, il teatro di Pirandello. 

Ad un certo momento però, le mie preferenze di lettura sono cambiate e ho messo da parte questo interesse. Interesse che si è rimanifestato, per l'appunto, un po' di tempo fa. 

Questa volta a farlo risvegliare è stata la musica, in particolare la musica di Grieg. Tra le opere del compositore norvegese, sono particolarmente noti alcuni brani che scrisse proprio per accompagnare la rappresentazione di un'opera teatrale, Peer Gynt, scritta da un altro noto norvegese, Henrik Ibsen.

Così, incuriosita, sono andata a studiare e ho scoperto che Peer Gynt originariamente è il personaggio di una leggenda norvegese a cui Ibsen si è ispirato per scrivere la sua opera. Il Peer Gynt di Ibsen è in realtà una composizione particolare; si tratta infatti di un dramma in versi che l'autore scrisse durante un suo soggiorno in Italia (l'Italia in un modo o nell'altro fa sempre capolino!). All'inizio il dramma non era destinato alle scene, Ibsen non lo aveva pensato per essere rappresentato, anche perchè è volutamente pieno di ambientazioni diverse e cambi di scene molto rapidi, quindi difficile da allestire. Ma, trascorsa una decina d'anni, Ibsen decise di portare Peer Gynt sulle scene e chiese all'amico Grieg di comporre le musiche per accompagnare la rappresentazione. Peer Gynt ottenne un grande successo di pubblico, contribuì ad accrescere la notorietà di Ibsen e ancora di più quella di Grieg, i cui brani composti per l'opera sono diventati celeberrimi.

Io ho letto l'edizione Einaudi con la traduzione di Anita Rho. Il testo è preceduto da un interessante saggio di Rolf Fjelde, drammaturgo americano che speiga perché già in Peer Gynt si ritrovino i germogli di quel teatro moderno di cui Ibsen è ritenuto il padre e che raggiungerà il suo apice in opere come "Casa di Bambola" o "L'anitra selvatica". Peer Gynt è un antieroe, un personaggio pieno di contraddizioni; attraversa mille peripezie e avventure senza mai riuscire a concludere qualcosa. Lo accompagniamo nel trascorrere della sua vita dalla giovinezza fino alla vecchiaia, quando finalmente prende consapevolezza di non essere riuscito nel faticoso proposito della ricerca del suo io e lo troviamo intento a sbucciare una cipolla, i cui strati reapppresentano tutte le identità che Peer si è  creato nella sua rocambolesca vita ma nessuna di esse rappresenta il vero Peer. 

Nel testo numerosi sono i riferimenti alla filosofia, da Hegel a Kierkegaard, e tanti i riferimenti alle atmosfere nordiche che richiamano il grande freddo e il buio, non solo del cielo ma anche dell'individuo.



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