mercoledì 12 novembre 2014

C'era una volta...

E sarebbe stato meglio se non ci fosse stato più! Non mi fraintendete, non sto parlando delle favole e delle fiabe della tradizione, quelle storie antiche con principi e principesse, streghe cattive e perfide matrigne, animali ragionevoli e graziose fatine. No no, quelle vanno bene così come sono, anche se in alcuni tratti sono cupe e tetre hanno un fascino inimitabile e senza tempo.
Io parlo della serie tv americana che si  intitola "C'era una volta" (Once upon a time). Presa dalla curiosità un paio di anni fa, quando la trasmisero in chiaro per la prima volta (vi ho già detto che sono fan della tv in chiaro e che per me la pay tv non esiste!), cominciai a seguirne la prima serie. Già dalla prima puntata cominciarono a sorgere i dubbi: ma che vorranno dire gli autori? Con l'avanzare del racconto gli sviluppi diventarono paradossali: una stravagante unione di personaggi e loschi figuri, ripescati qua e là un po' dalle fiabe tradizionali un po' dalle loro trasposizioni disneyane, messi insieme in un mucchio di intrighi e vicende che si svolge in un'intreccio privo di senso. Almeno io un senso proprio non lo trovo. E posso orgogliosamente vantarmi di saperne qualcosa di favole e storie e anche di essere una disneyana convinta da quando avevo sì e no cinque anni! Per me quella serie non aveva futuro.
Potete quindi immaginare il mio stupore quando, un giovedì sera, gironzolando tra i canali, mi sono imbattuta di nuovo in C'era una volta, arrivato ben alla terza serie! Con sgomento ho assistito a qualche minuto della vicenda, rimanendo basita alla vista di un Peter Pan teenager dark, dal carattere vampiresco alla Edward Cullen, dirigere una banda di giovinastri (l'espressione adatta sarebbe "scanazzati", ma non ho idea di come si possa tradurre in italiano!) in una specie di rito iniziatico nel cuore di una fitta foresta nell'Isola che non c'è. Sono rimasta allibita.
Vi starete chiedendo perché sto dedicando un intero post a questa serie. Perché non riesco a capire come possa aver avuto tanto successo da arrivare a produrne addirittura tre serie. Per me è inspiegabile. Capisco che il mondo attuale annienta la nostra capacità di sognare, ma veramente non comprendo perché creare una racconto così intricato trasfigurando malamente tutto quello che di bello e fantastico c'è già nelle favole. Non sarebbe stato meglio mettere insieme gli sforzi per realizzare una storia nuova?
Quando su pinterest ho visto questo pin con relativa didascalia ho cominciato ad intuire il perché del successo...

My childhood didn't prepare me for this

1 commento:

  1. a me piace!
    e ti dirò di più devo riprendere a vederla perchè sono rimasta mooolto indietro :D

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